Se hai mai sentito parlare dell’Umbria, la regione centrale d’Italia, allora probabilmente hai familiarità con un concetto come “Cuore verde”. Il fatto è che l’Umbria è una terra verde senza fine. La natura di questa regione è letteralmente piena di boschetti verdi e splendidi paesaggi. In tutta la regione ci sono piantagioni di ulivi, vigneti ben curati, fitti boschi e piccoli fiumi che scorrono tra gli alberi. Gran parte dell’Umbria è ricoperta di montagne e colline che nascondono i loro segreti agli occhi indiscreti dei turisti…
La prima cosa che delizia l’Umbria è la grandiosità delle sue città medievali, sparse su verdi colline, come congelate nel tempo. L’architettura di queste città e i paesaggi maestosi sono degni del pennello dell’artista! Tutta l’Umbria è letteralmente cosparsa di tali città, ognuna delle quali è attraente a modo suo e merita un’attenzione speciale. Tuttavia, oggi ci allontaneremo dall’ambiente urbano, 50 km a sud del centro della regione, la città di Perugia.
Qui, tra le colline colorate, non lontano dal piccolo insediamento di Avigliano Umbro, si nasconde un vero tesoro della scienza: la foresta fossilizzata di Dunarobba! Unico in Italia e nel mondo, il deposito di tronchi fossili giganti, stimato in circa 2 milioni di anni, è stato scoperto alla fine del 1970 all’interno di un’unica cava di argilla dove un’azienda locale produce materiale da costruzione.
L’antico bosco comprende una cinquantina di tronchi mummificati che hanno mantenuto la loro posizione verticale grazie alla mummificazione naturale. Il fatto che i boschi siano pietrificati verticalmente, non orizzontalmente, come nelle poche altre foreste fossilizzate del nostro pianeta, è la caratteristica principale della foresta di Dunarobba; questo è un vero miracolo per la scienza moderna. La conservazione della struttura dei tronchi può essere spiegata da una graduale e naturale sepoltura in una zona paludosa, che si trova sulla riva di un grande lago dell’antica Umbria.
I fossili della foresta hanno dimensioni impressionanti: alcuni alberi hanno un diametro di 1-4 metri e un’altezza di 8 metri. I tronchi di conifere giganti sono eccezionali e rare testimonianze di alcune delle essenze vegetali che caratterizzarono queste aree della penisola italiana tra 3-2 milioni di anni fa, durante il famoso periodo geologico del Pliocene. Tali caratteristiche speciali rendono la foresta un monumento naturale unico al mondo, che è di grande importanza scientifica.
Dal 1° luglio 2018 la Foresta Fossile è gestita dalla cooperativa italiana Surgente che, grazie alle sue nuove opportunità innovative ed economiche, presta la dovuta attenzione a questo luogo unico. Nedavno, i ricercatori italiani hanno fatto una piccola scoperta: su tronchi antichi hanno trovato la presenza di strisce di legno profonde fino a 25 metri. Grazie a un test istologico e a un test per il polline di frutta e le impronte del fogliame, gli scienziati hanno dimostrato che si trattava di una foresta di conifere del genere Taxodion. Si tratta di una specie estinta di sequoia, molto simile a quella attuale, che cresce su un piccolo appezzamento in California, negli Stati Uniti, e raggiunge fino a 100 metri in Altezza.
Così, una volta visitata la foresta perduta dell’Umbria, si può tornare indietro nel tempo: lungo le rive del lago di Tiberiade, si coltivavano foreste giganti di sequoque, la cui altezza raggiungeva i 100 metri, e il diametro – 1,5 m, al tempo dei mammut e di altri animali preistorici.
Oggi è abbastanza difficile immaginare cosa sia successo sul nostro pianeta molti milioni di anni fa. Ma luoghi come la foresta fossile di Dunarobba ci aiutano a ricordare la grande storia della Terra. Questi luoghi sono un grande patrimonio e dobbiamo solo preservarlo per i nostri discendenti.
E quanti altri segreti interessanti sono nascosti ai nostri occhi indiscreti…